Ep. 53
Ho snobbato Final fantasy X per anni.
Agli occhi del me preadolescente appariva vecchio, legnoso, esteticamente povero e con un non so che di caraibico che proprio non mi andava giù. E quindi finiva sempre che andavo al gamestop, scaffale dei giochi usati, Final fantasy X che mi guarda, io che lo guardo, io che lo prendo in mano… e poi io che lo rimetto a posto preferendo un altro titolo. Prima Final Fantasy XII, poi Dragon Quest VIII, poi Dirge of Cerberus, poi un gioco di auto brutto, poi un Medal of Honor brutto, poi un GTA vario e poi… «ma sì, proviamolo»
Pochissimi giochi mi sono rimasti dentro come Final fantasy X. Vuoi perchè parla di religione, di dottrina, di clero, di fede e di incongruenze e io sono cattolico; vuoi perchè parla di dolore e tutti quanti sappiamo bene cosa sia; vuoi perchè parla di amore e perchè mi ha insegnato cosa sia l’amore; vuoi perché sia Tidus che io abbiamo odiato nostro padre.
Final Fantasy X sono le mie prime lacrime davanti ad un videogioco. Lacrime nascoste nel mentre che giocavo sul letto, a porta chiusa dinnanzi ad un vecchio televisore a tubo catodico di minuscole dimensioni. Lacrime trattenute perché «Porca miseria non posso piangere per un videogioco! Ho 14 anni non sono più un bambino…»
Lacrime che riemergono anche solo a pensare alla storia di Tidus e di Yuna.
In un tempo indefinito sul pianeta Spira Tidus segue le orme del tanto odiato padre: è un giocatore di Blitzball, As degli Zanarkand Abes e considerato a ragion veduta come un astro nascente dello sport. Durante una partita nella tecnologicissima città però una creatura gigantesca attacca, uccide e rade al suolo l’intera cittadina facendo precipitare il ragazzo in mare. Al suo risveglio il biondino scopre di essere finito 1.000 anni nel futuro in una Spira quasi priva di tecnologia e totalmente devota al culto di Yevon, l’unico in grado di unire il popolo contro la grande minaccia: Sin. Qui Tidus conosce Yuna, giovane invocatrice pronta a partire per il suo pellegrinaggio, o meglio, per IL pellegrinaggio che vede come fine ultimo l’apprendimento dell’invocazione suprema e la sconfitta di Sinn.
Considerato da molti l’ultimo vero Final fantasy, tanto osteggiato alla sua uscita quanto amato anni dopo per la sua dirompente narrativa e maturità. L’ultima fantasia di Hironobu Sakaguchi, creatore della saga, e l’ultima colonna sonora del franchise composta da Nobuo Uematsu.
Benvenuti o bentornati su Mangianastri, io sono Jonathan e oggi parliamo della colonna sonora di Final fantasy X.
Intro in CGI di FINAL FANTASY X
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Jonathan
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