Ep. 51
La paura è un’emozione primaria.
È presente in natura da sempre e da sempre caratterizza la vita del mondo animale. Gli animali impauriti fuggono dinnanzi al più forte, gli animali impauriti attaccano dinnanzi al più piccolo, gli animali impauriti si nascondono con la coda tra le gambe nel tentativo a volte comico di volersi fare più piccoli fino a scomparire.
La paura è un emozione primaria e viscerale. Lo sappiamo bene noi, esseri umani, abitanti del mondo da più di 200 mila anni. Con la paura abbiamo dominato, conquistato, distrutto, ucciso.
Con la paura abbiamo soggiogato e governato.
Con la paura siamo sopravvissuti, ci siamo moltiplicati e ci siamo espansi.
Con la paura abbiamo imparato a convivere, a volte a ignorarla, per lo più a far finta che non esista.
Eppure c’è, sempre.
Non abbiamo paura solo dei mostri, degli zombie, vampiri o tutte quelle creature fantastiche che popolano i nostri incubi e migliaia di storie belle e brutte.
Per lo più abbiamo paura di quello che non conosciamo, abbiamo paura del diverso, del misterioso, dell’ignoto, della stanza buia apparentemente priva di pareti, dello sguardo di una persona che riteniamo diversa da noi, di una notte senza luna e senza stelle, della solitudine…
La paura allora diviene incontenibile, fluida, ci pervade ogni parte del corpo, ci spinge a gesti sconsiderati, ci acceca, spesso ci instupidisce, come se venissimo catturati da qualcosa, come se venissimo impossessati da qualcuno.
La paura è nera.
Buia.
Paranormale.
Dopo vent’anni dagli eventi assurdi che l’anno separata dal fratello Dylan, Jesse Fayden riesce finalmente a scoprire l’ubicazione del quartier generale del Federal Bereau of Control. Venti anni… fatti di nascondigli, ricerche, sotterfugi, fughe, pianificazioni e paura.
Paura di aver perso suo fratello per sempre.
Paura di quello che potrebbe scoprire.
Paura di quello che le è successo.
Ma ora è li, in piedi dall’altro lato della strada mentre guarda quell’imponente palazzo grigio e pensa che finalmente ce l’ha fatta, finalmente l’ha trovato.
Viviamo in una stanza e c'è un poster sul muro. Lo fissiamo e pensiamo che sia il mondo intero. La stanza... e il poster. Ma è tutta una bugia. Qualcosa che ci distrae dalla verità. La stanza non è il mondo, il mondo... è molto più grande e molto più strano.
Benvenuti o bentornati su mangianastri, io sono Jonathan e oggi parliamo della colonna sonora di Control.
Sitografia
Remedy Entertainment Wikipedia
Martin Stig Andersen Wikipedia
Martti Suosalo Wikipedia io cantante del Tango finale
Petri Alanko Official Site
Martin Stig Andersen Official Site
Control – making you feel lost in an endless place
Control's Composer Wants You To Know One Thing About Making Game Soundtracks
Why Control’s composer burned a piano to make the game’s haunting music
Control Is a Paranoiac's Dream Turned Into a Videogame
Control & Limbo composer Martin Stig Andersen finds beauty inside the darkness
Control is a fascinating work of video game storytelling that levitates above its limitation
Why Control is my game of the year
Control Full Story Summary and Recap
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Jonathan
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A | la colonna sonora di Control