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Hello beautiful people!
Questo mercoledì sarebbe dovuto uscire l’episodio podcast dedicato alle canzoni de ‘La strada per Eldorado’ ma purtroppo per motivi influenzali non siamo riusciti a registrare nulla. Sicuramente non sarà pronto per la settimana prossima ma arriverà.
Nel mentre ho finito di ascoltare la colonna sonora di Hogwarts Legacy (di cui potete leggere le mie impressioni nell’articolo che segue) e ho potuto approfittare di una settimana di pausa dal lavoro per:
Studiare, studiare, studiare… che non è poi così male alla fine; in fin dei conti il mio studio consiste nello scrivere musica e suonare.
Ho visto il quarto episodio di The Last of Us: carino anche se non all’altezza dei primi 3; la Ellie di Bella Ramsey potrebbe anche piacermi; viene introdotto un personaggio antagonista un po’ meh; la battuta sulla diarrea mi ha spezzato.
Ho avuto modo di giocare un po’ a Red Dead Redemption II, ampliando così ulteriormente il mio continuo e perenne stupore dinnanzi all’opera di Rockstar Studio (davvero inimitabile e totalmente fuori da ogni standard qualitativo).
Con sempre più pelle d’oca ho letto, finalmente, il flashback di Gol D. Roger.
Ho iniziato The Leggendo of Zelda Link’s Awakening sulla switch ed è di una bellezza straordinaria (per non parlare della FORTISSIMA identità musicale del titolo).
Su Netflix è uscita la quinta stagione di Drive to Survive e niente, il mio animo appassionato di formula 1 sta godendo.
Hanno annunciato Shadow of the Erdtree, prima espansione narrativa di Elden Ring e boh… sono un po’ intimorito dal pensiero di tornare a cavalcare Torrente…
Questa settimana (27/2 - 5/3) è parecchio piena ma spero di riuscire a scrivervi qualcosina di musicale anche settimana prossima (magari su quella figata che sembra essere Final Fantasy XVI).
Statemi bene :)
No, non ho ancora iniziato a giocare il gioco, nonostante mia moglie me lo abbia regalato con tanto amore, ma ho ascoltato tutti e due gli album musicali dedicati che Warner Bros. Entertainment inc. ha pubblicato su tutte le principali piattaforme di streaming musicale, e vi dirò: CHAPEAU!
Partiamo dall’album principale, quello che possiede il termine Original Soundtrack nel titolo, e iniziamo da questo in quanto mi sembra quello globalmente più simile all’esperienza del videogioco (e dico “sembra” perchè mi rifaccio alle tonnellate di recensioni/opinioni/pareri/analisi che sono state pubblicate nelle ultime settimane), ovvero derivativo.
L’album ufficiale della colonna sonora di Hogwarts Legacy è un concentrato di citazioni, richiami, sonorità ed armonie prese a piene mani dalle colonne sonore degli 8 film di Harry Potter.
Questo è un problema?
Beh, la risposta può essere leggermente più articolata di quanto si possa pensare di primo acchito. Innanzitutto bisogna considerare a chi è destinato questo titolo, che non è sicuramente pensato in primis per il pubblico generalista ma per i fan di Harry Potter. Hogwarts Legacy è un luccicante parco giochi a tema Harry Potter che ogni singolo bambino cresciuto con i libri del maghetto di Private Drive ha sempre desiderato. Poter gironzolare per Hogwarts, andare a lezione di pozioni, di difesa contro le arti oscure, andare a Hogsmeade, volare con la scopa, esplorare le sale comuni, avventurarsi nella foresta proibita, scendere nelle profondità della Gringott, giocare a quid- a no, questo no. Insomma, Hogwarts Legacy è pensato innanzitutto per i fan di Harry Potter e questo aspetto non è per nulla nascosto, considerando le infinite citazioni che il gioco contiene, almeno sempre a detta delle recensioni.
In tutto ciò la musica va di pari passo ricreando un ambiente sonoro sempre fedele alla controparte cinematografica richiamandone i temi più famosi, le armonie, la composizione dell’orchestra e la struttura delle melodie. Tutto è dannatamente Potteriano e questo non è un risultato per nulla semplice da raggiungere. Chuck e. Myers ‘Sea’, Peter Murray J. Scott Rakozy e (soprattutto J. Scott Rakozy) firmano una serie di tracce così tanto pregne del DNA musicale delle pellicole cinematografiche da poter essere spesso scambiate per brani di Nicholas Hooper, Patrick Doyle e qualche volta pure per quelli di John Williams (anche se per i più infoiati come il sottoscritto l’illusione dura poco) regalando al gioco una impensabile coerenza artistica con le opere cinematografiche. Poter ascoltare il tema classico (Edvige theme) riarrangiato per il gioco mi ha fatto venire la pelle d’oca, sentire i vari richiami al tema della professoressa Umbridge, a Gildeory Allock, al Quidditch, al primo volo con Fierobecco non solo mi ha fatto venir voglia di giocare al titolo ma mi ha sinceramente stupito.
Nonostante questo però il me appassionato di musica e di colonne sonore non riusciva a sentirsi soddisfatto. Va bene citarmi i film, va bene inserirsi nel miglior modo possibile all’interno dell’universo musicale che è il Wizarding World ma questo gioco si ambienta cento anni prima di Harry Potter, possibile che non ci sia nulla di originale, di musicalmente personale per Hogwarts Legacy?
Si, qualcosina di originale c’è. Non troppo, quasi mai significativa e purtroppo mai dirompente, ma qualcosa c’è… nel secondo album dedicato al gioco.
Se non avete ancora giocato il titolo o non avete intenzione di giocarlo io vi consiglio di ascoltare questo album.
L’album dedicato allo studio dei temi (che poi è un titolo fuffa in quanto in questo album sono contenute tutte le tracce musicale che accompagnano i giocatori nel corso dell’esplorazione e non durante gli eventi della storia principale) è sorprendente, e lo è per diversi motivi:
1: Emergono le differenze stilistiche tra i tre compositori
Myers, Rakozy e Murray sono tre compositori diversi che nonostante tutte le palesi costrizioni che hanno avuto riescono in questo album secondario ad esprimere un minimo della loro estetica donandogli una tridimensionalità inedita nell’album primario. E poi un plauso speciale va fatto a Rakozy e ai suoi temi per le quattro case di Hogwarts: INCREDIBILI. Diverse tra di loro, delicate, capaci di esprimere gli animi che contraddistinguono le casate di Hogwarts e soprattutto estremamente personali (quella di Sempreverde è un piccolo gioiello).
2: Si sente che è la colonna sonora di un videogioco
Le differenze tra lo scrivere per film (o serie tv o corti) e lo scrivere per videogiochi sono molte, in primis la quantità di musica da scrivere e poi la natura dell’accompagnamento musicale, natura che, se proprio vogliamo essere pignoli, cambia drasticamente in base alla tipologia di videogioco: un open world di stampo classico (come Hogwarts Legacy) presenta una natura musicale molto diversa da un gioco di avventura story driver (come Uncharted o simili). In questo caso, dai vari gameplay che ho visionato, la musica sembra essere sempre presente accompagnando con discrezione il girovagare del giocatore ed emergendo laddove necessario (scontri, scene di trama, eventi particolari), questo comporta la realizzazione di tracce possibilmente looppabili all’infinito ma anche in grado di poter essere interrotte o sfumate in qualsiasi momento senza che questa azione disturbi il giocatore. In questo album emerge questa natura di videogioco e mi ha fatto tanto piacere considerando che il primo album è proprio arrangiato e strutturato come un classico album di colonna sonora di un film.
3: Non c’è solamente Harry Potter
Ci sono temi unici, c’è il desiderio di dare delle tinte personali a questo gioco e ci sono sfumature differenti che riescono a distaccarsi dal generico mood alla Harry Potter che monopolizza l’album primario.
Insomma, la colonna sonora di Hogwarts Legacy sembra essere un lavoro di ottima fattura che potrebbe meritare la candidatura ai The Game Awards 2023. Certo, ho bisogno di giocarlo per potervi dare un mio parere completo in quanto serve anche capire se diventa stopposa, se si lega bene con l’immagine, con la narrazione, con i toni dell’avventura, con i personaggi, se ne approfondisce il carattere, se scava nella lore e se ben si amalgama con la struttura Open World classica del gioco. Una cosa però ve la posso già dire: mi ha sorpreso parecchio e credo meriti di essere ascoltata (almeno il secondo album).